sabato 11 giugno 2011

61. 3 luglio 1995 - OASIS

Definitely Maybe Tour
Supporter: Bluvertigo
Rolling Stone (Mi)
Durata: 1h 15'
Prezzo: 30.000 Lire
Posizione: 1° fila
Sold-Out:
Pubblico: 1.500 pc





Che anno il 1995! Erano passati solo 6 mesi e avevo avuto la fortuna di assistere ai concerti di PJ, Suede, R.E.M. e Cure!


E arrivò il turno degli Oasis. Al Rolling Stone.
Avevo acquistato il loro CD l'anno prima a Dublino, quando ci andai a vedere Prince.
Inutile dire cosa 'Definitely Maybe' abbia rappresentato in quegli anni per gli amanti della Indie made in UK, un capolavoro assoluto nel suo genere.
Io lo ADORAVO. Ogni singolo pezzo era un gioiello di grezzo Manchester sound. In realtà lo amo ancora.
Insomma: i fratelli Gallagher arrivavano per la prima volta in Italia e i frequentatori del Rainbow erano accorsi ad accaparrarsi i biglietti. Risultato: sold-out in pochissimi giorni.
Cominciò un balletto per riuscire a spostarli almeno al PalaLido ma (fortunatamente) a quanto pare la band stessa si oppose: volevano suonare in un club. E così fu.


Io, che allora facevo ancora l'operaio metalmeccanico/installatore, arrivai tardissimo. Prima però comprai una t-shirt all'Oviesse e andai a rinfrescarmi sommariamente nel bagno di un bar (forse questo particolare potevo non divulgarlo...) perché, come dire, era luglio e facevo un lavoro di fatica.


Arrivato di fronte al Rolling Stone la situazione era questa: almeno 500 fan erano accalcati da ore nelle due classiche code che venivano formate ai lati del portone d'entrata.
Nella fila di sinistra, davanti a tutti (ma proprio: i primi due), Vince e Walter. 


Cominciai ad interrogarmi su come procedere: loro due insistevano perché entrassi in coda assieme a loro, con nonchalance. Io non me la sentivo, un po' per rispetto verso quelli che da ore erano in coda e un altro po' perché immaginavo che mi avrebbero menato se avessi solo provato ad imbucarmi.
Ero lì con questo dubbio amletico che mi tormentava quando, come accade sempre, all'improvviso aprirono il portone e cominciarono a far affluire la gente.
Lì fu un attimo: vidi la calca, la security impegnata a contenere la pressione. Presi la mia decisione: feci due passi in avanti e mi inserii tra le due code ormai fuse di fronte all'entrata.
Schiacciamento, urla, bestemmie, biglietto strappato, corsa verso il palco, prima fila. Con Vince e Walter.
Lo ricordo come uno dei traguardi più clamorosi, raggiunti con la minor fatica profusa. 


La calca e il caldo erano insopportabili, ma essere lì con due dei miei nuovi favolosi amici era meraviglioso!

Poi attaccarono i supporters, i Bluvertigo: non sono mai stato un fan della band, neanche quando inzuppavano le loro canzoni nel sound anni '80 che tanto mi va a genio.
Morgan portava ancora i capelli lunghi ed era molto lontano dal personaggio in cui si è trasformato negli ultimi anni: li sopportai rispettoso in attesa del meglio che la serata mi avrebbe offerto.


Che puntuale arrivò. Come riassumere l'ora e quindici minuti primi di concerto degli Oasis? Prima di tutto, una calca, un affollamento e un caldo che prima di allora non ricordavo di aver provato. Non fossi stato in prima fila credo ci avrei lasciato le penne.
Poi, un volume demenziale: credo di avere avuto le orecchie fischianti per le 48 ore successive a causa del muro di suono che proveniva dalle casse. 
E poi loro: grezzi, nei modi e nel sound. La strafottenza di Liam e il fare sornione di Noel.
Oltre alle canzoni del loro unico album continuavano a proporre pezzi che non conoscevo, con mio enorme disappunto. Scoprii poi che i Gallagher erano soliti mettere dalle 2 alle 4 canzoni inedite (il più delle volte splendide) in ogni singolo.


Fu e rimane tutt'oggi un concerto epico e a suo modo perfetto, nei miei ricordi.
Uscii di lì innamorato in modo insano della band di Manchester, che come nella migliore delle tradizioni (io però ancora non potevo saperlo) viveva in quel periodo il suo apice creativo che, lentamente ma inesorabilmente, li avrebbe portati ad un lento ma inevitabile declino, album dopo album. Erano quanto di più lontano dalla mia sensibilità musicale e pure da quella generica: ma io li ADORAVO!


Visto con: Walter / Vincenzo
 

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