martedì 10 aprile 2012

73. 12 marzo 1996 - BLUR

Seaside Tour
PalaLido (Milano)
Durata: 1h40'
Prezzo: 30.000 Lire
Posizione: Spalti
Sold-Out:
Pubblico: pieno



Il 13 febbraio 1996 con una toccante conferenza stampa, i Take That annunciarono al mondo lo scioglimento della band. Robbie Williams aveva abbandonato il gruppo alcuni mesi prima e la notizia che avrebbe spezzato il cuore di milioni di teenagers era nell'aria da diverse settimane.

Cosa c'entra tutto questo con il concerto che mi appresto a raccontare? Molto. Troppo.

Sì, perché l'abbandono delle scene della boyband più amata di sempre aveva lasciato senza idoli decine di migliaia di fan, tutte inconsolabili senza un bel faccino da amare alla follia e da utilizzare per tappezzarci la stanzetta.
Queste orfane, comprensibilmente, decisero in massa di guardarsi in giro per trovare un nuovo sex symbol su cui scaricare i primi ormoni e buona parte delle suddette adolescenti optò per il faccino carino e l'occhio ceruleo di Damon Albarn, ringalluzzite forse dalla veloce ospitata della band al Festival di Sanremo, un mesetto prima (con Graham Coxon in versione cartonata 1:1).

Risultato? Il concerto dei Blur al PalaLido, col palco riempito di pillole giganti e psicofarmaci titanici, lo ricordo come uno dei più assurdi di sempre.
Ero con Elena e Corinna, e per noi la band londinese era una delle massime espressioni del nostro amore per la Indie inglese.
A tratti abilmente leggera, incarnava quel lato spensierato che certo non mancava neanche a noi che, cascasse il mondo, ogni venerdì notte eravamo al Rainbow a ballare le loro canzoncine come quelle dei Pulp, degli Oasis o quelle dei più esistenziali Suede.
Io avevo 24 anni allora. E ritrovarmi sugli spalti circondato da ragazzine con i cuoricini che si illuminavano, la fascia ben stretta sulla fronte, il più delle volte accompagnate da una mamma, spezzò in mille pezzi il mio povero cuore indie.
Ero esterrefatto.

E il peggio doveva ancora venire.
Quando si spensero le luci mi cadde la mascella: le urla femminili coprivano quasi del tutto la musica della band.
Tra l'altro oggi ripercorrendo la scaletta, scopro un set davvero bello, completo, con alcuni pezzi assolutamente non scontati (Coping! Supa Shoppa!) e molti altri, come tradizione, molto punk: Popscene, Advert, Bank Holiday per citarne alcuni.
Ma come reagirono le ancora innocenti orecchie delle 12/13enni presenti in massa a quei suoni così violenti? Come saranno uscite dal PalaLido? La loro vita sarà cambiata nel trovarsi senza volerlo nel loro primo pogo?

Chi non uscì illeso da quel tour furono proprio i Blur, che con il lavoro successivo omonimo, nel 1997, alzarono un muro il più possibile invalicabile a chi fosse interessato unicamente al bel visino del loro frontman. Muro che pensarono bene di rialzare e rinforzare nel 1999 con il criptico 13.

Tornando allo show, tra strilli, pianti e raccomandazioni delle mamme, le qualità fisiche e trascinanti dello concerto si stemperavano un po' nel disappunto di Damon Albarn nel non riuscire a fare un gesto o solo aprir bocca senza che a questi venissero fatte seguire urla sguaiate.

Noi la vivemmo più con stupore e con interesse per un aspetto sociologico che prima di allora non avevamo mai avuto il dispiacere di affrontare di persona.




Visto con: Elena / Corinna

Scaletta: Intermission / Popscene / It Could Be You / Charmless Man / Tracy Jacks / End of a Century / Coping / To the End / For Tomorrow / Entertain Me / Jubilee / Mr. Robinson's Quango / Instrumental Jam / Globe Alone / Advert / Bank Holiday / Supa Shoppa / Country House / My Sharona (The Knack cover) / Girls & Boys / He Thought of Cars / Stereotypes / There's No Other Way / Parklife / The Universal

5 commenti:

  1. eh eh eh, c'ero anche io. avevo 25 anni allora. ho gli stessi tuoi ricordi, anche se era ampiamente previsto dato l'hype attorno a loro in quel periodo. ero leggermente dietro, e per fortuna non c'erano molte ragazzine, ricordo però il gelo quando attaccarono popscene, che non essendo in nessun album quasi nessuno conosceva.
    alberto

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  2. ah, mi ero dimenticato, anche io ero sempre al rainbow il venerdì sera

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    1. Guardando il palco, lato destro o sinistro? :)

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    2. se ricordo bene lato destro. e all'uscita decine di macchine in doppia fila con le 4 frecce dei genitori che aspettavano le figlie ragazzine....
      alberto

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    3. Ciao Alberto. Io ero sugli spalti di destra, piuttosto in alto. Il dettaglio dei genitori in attesa non me lo ricordo, ma sarà sicuramente successo vista l'età media del pubblico ;)

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