sabato 12 marzo 2011

32. 31 luglio 1993 - PRINCE & THE NEW POWER GENERATION

Prince and the Now Power Generation: ACT II
Wembley Stadium (Londra - UK)
Supporters: D-Influence
Durata: 2h 20'
Prezzo: 22,50 £ (55.000 Lire)
Posizione: 1° Settore
Sold-Out:
Pubblico: Pieno (72.000 p.c.)



Con questo concerto entrai nella storia. La mia personale, indubbiamente, ma sempre di storia si tratta.
Per tanti motivi ancora oggi sono orgoglioso di avere assistito a questo evento, al di la dell'evento stesso: per la location, per le persone che erano con me, per la storia che lo accompagna.

Partiamo dal principio: lo show in oggetto era la seconda tranche di quello visto l'anno precedente, per ben tre volte, a Parigi.
Arrivato a Londra per quello che sarebbe stato il mio primo concerto nella capitale inglese, incontrai per la prima volta di fronte al compianto Tower Records di Piccadilly Circus quello che negli anni sarebbe diventato un carissimo amico, Giangi. Non sapendo come fosse fatto decisi di sventolare un picture disc di Prince per farmi notare. Funzionò.
Insieme all'ormai inseparabile Sebastien alloggiammo in un pessimo alberghetto da quattro soldi vicino ad Oxford Street: stanza da tre con letti a castello e bagno in comune. Agghiacciante ma molto comodo.
La mattina del concerto, visto il grado di esurimento dei tre compagni d'avventura, stabilii il mio primo record, ancora oggi imbattuto: arrivammo di fronte al Wembley Stadium poco dopo le 7 di mattina. Nonostante fosse la fine di luglio faceva un freddo assurdo e in coda trovammo solo qualche psycho-fan che aveva pensato bene di passare la notte nel sacco a pelo di fronte ai cancelli.
Ci piazzammo di fronte al nostro 'Gate' e iniziammo ad assaporare la meravigliosa sensazione che ti dà un evento organizzato alla perfezione in un paese civile: durante l'attesa, che durò fino alle 16.30 (più di 9 ore...), dietro di noi si formò una coda umana impressionante di 15/20.000 persone. Senza transenne, senza security. Noi eravamo a 5 mt dall'entrata, comodamente seduti: chiunque avrebbe potuto passarci davanti. Ma nessuno lo fece, nessuno si mise minimamente a spingere. 
Dopo le esperienze in Italia e in Francia sembrava davvero di vivere nel paradiso dei concerti.
L'eternità che intercorse tra il nostro arrivo e l'entrata nello stadio passò quindi senza problemi: a turno andavamo a farci delle passeggiate, in bagno o a mangiare.
L'unico incubo fu che i megafoni suonarono per ore ed ore lo stesso disco di Prince: non eravamo più così sicuri di volerli ascolare anche dal vivo.

Invece alle 16.20 arrivarono 5 o 6 Bobbies che con tutta tranquillità si misero tra noi e i tornelli d'entrata. Fossimo stati a San Siro saremmo stati spalmati contro i cancelli da almeno 5 ore. A Londra no: alle 16.30 in punto i Poliziotti si scansarono e ci chiesero con calma di avviarci. 
Io mi feci subito riconoscere. Al secondo passo fatto per entrare inciampai e mi trovai per terra. Feci in tempo a recuperare gli occhiali e a rialzarmi per evitare la scocciatura di essere schiacciato da 20.000 persone, o quantomeno impossibilitato a vedere un concerto atteso da mesi.
Una volta entrati, come ovvio, cominciammo a correre per riuscire ad entrare nel primo settore, che Prince non faceva pagare di più ma riservava ai suoi fan più esauriti. Era una sorta di legge della giungla: se sopravvivevi a 10 ore di attesa potevi entrare.
La corsa fu uno dei momenti più comici della giornata, dato che decine di steward dispersi nel campo tentavano di rallentare la corse di noi fan, cercando di placcarci e urlando 'SLOW DOWN GUYS, SLOW DOWN!'. Per un attimo, nel delirio ebbi anche la percezione del fatto che stessi correndo sul prato di uno degli stadi più importanti del mondo, ma avevo un obiettivo e dovevo raggiungerlo.

E lo raggiunsi.

Con i miei due compagni di avventura ci ritrovammo e ci posizionammo esattamente dove avevamo intenzione di metterci, ovvero comodamente appoggiati alla transenna che delimitava la prima zona, a pochi metri dal palco, ed essendo quest'ultimo altissimo, non potevamo ambire ad una visuale migliore e ad una mobilità più libera.

Dovetti insistere perché Giangi non mi anticipasse la sorpresa di inizio show, lui aveva già assistito ad un'altra data dello stesso tour e aveva succose preview che io però non volevo avere. Preferivo dare le spalle al palco e ammirare lo spettacolo mozzafiato di 72.000 persone che riempivano il Wembley. Qualcosa del genere...
Cercavo di non soccombere emotivamente al fatto di prendere coscienza di dove mi trovavo e di quali eventi epocali si fossero svolti in quel luogo.
Il tempo passò in fretta: i supporter, tali D-Influence, suonarono un breve ed inutile set nel tardo pomeriggio. Ma qualcosa va ricordato anche in merito a questi emeriti sconosciuti: ad un certo punto infatti si midero a lanciare magliette nel pubblico e nel vedermene passare una sopra la testa decisi che doveva essere mia. Mi lanciai, persi l'equilibrio, caddi e 'uccisi' un paio di spettatori incolpevoli nonché il mio orologio. Un affarone...

Poi il concerto ebbe inizio: dalla copertura del palco un Prince in mise da tutore dell'ordine e col viso coperto da catene, sospeso a diversi metri d'altezza cominciò ad intonare 'My Name Is Prince'.
Mentre cantava con il suo microfono-revolver, coperto da un lungo cappotto nero, venne lentamente calato sul palco.
Due passi, un urlo, si aprì il cappotto e da sotto comparirono mutandine e reggiseno. WHAT A F#*K!!!
Un paio di secondi di smarrimento prima di realizzare che sotto alle pesanti vesti si celava Mayte, l'allora di Lui prediletta.

Nelle quasi due ore e mezza di show io e le decine di migliaia di persone che assiepavano ogni spazio disponibile del Wembley Stadium godemmo di un piacere di massa grazie ad una scaletta davvero eccezionale, fatta di hit immense e canzoni misconosciute per soli super-fanatici: piansi di gioia nel riconoscere le prime note di 'She's Always In My Hair', B-Side del 1985, una delle mie canzoni preferite di sempre. E piansi di commozione per l'interpretazione incredibilmente intensa di 'The Beautiful Ones'.

A fine serata, finita la musica, spente le luci ed esauriti i cori, insieme ai miei amici ebbi davvero la sensazione di avere fatto la storia. La nostra storia. La mia storia.


Visto con: Sebastien / Giangi

Scaletta: My Name Is Prince / Sexy MF (including Love 2 The 9's) / The Beautiful Ones / Let's Go Crazy / Kiss / Irresistible Bitch / She's Always In My Hair / Raspberry Beret / Sometimes It Snows In April / The Cross / Sign O' The Times / Purple Rain / Thunder / When Doves Cry / Nothing Compares 2 U / And God Created Woman / Diamonds And Pearls / Little Red Corvette / Strollin' / Scandalous / Girls And Boys / Arabic Intro / 1999 / Baby I'm A Star / America / It's Gonna Be A Beautiful Night / Speech / Come / Endorphinmachine / Peach / Johnny

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