lunedì 17 gennaio 2011

1. 22 ottobre 1988 - GIANNA NANNINI


Malafemmina Tour
PalaTrussardi - Milano
Durata: 2h
Visto con: Flavia P. / Paola P.
Posizione: 1° fila
Prezzo: 24.000 Lire
Sold-Out:


Il primo approccio reale a quel che sarebbe accaduto, al fatto che finalmente avrei potuto sfogare dal vivo tutto l'amore che avevo per la Gianna nazionale, fu l'acquisto del biglietto. Pare stupido sottolinearlo, ma a volte ci si dimentica che l'approccio ad un concerto, ai tempi in cui Internet non esisteva e le notizie arrivavano solo da Ciao 2001 settimanalmente e da Rockerilla mensilmente, i biglietti a Milano si compravano in pochissime rivendite: Mariposa, Psycho, La Biglietteria e Transex per citarne alcune, ma non erano molte di più.
Proprio Transex venne scelto per il fatidico acquisto, per la sua comodità da Piazza Duomo e perché in qualunque caso con le mie amiche ci si andava immancabilmente ogni sabato, quindi ... le 24.000 lire del costo del tagliando, un piccolo patrimonio per il 16enne di allora, vennero dal sottoscritto accantonate al prezzo di rinunce sui pranzi delle pause a scuola (2 alla settimana, 5.000 lire per mangiare che venivano intaccate di poco se ai panini si sostituiva del pane acquistato dal prestinaio). Non ci avrei rinunciato per nulla al mondo.
Ricordo come fosse ora la sensazione di ebbrezza uscendo da Transex con il biglietto in mano: mi sentivo la persona più fortunata e felice al mondo. Nulla poteva scalfire qual momento di pura gioia distillata.
Passarono diverse settimane prima del concerto, che trascorsero nel terrore che per un qualunque motivo mi venisse impedito di andare al concerto (malattia o incidente) o che la data o il tour venissero cancellati per eventi superiori al mio volere. Ma tutto filò liscio. Il concerto era di sabato, la giornata era piena di sole e io mi presentai di fronte al Palatrussardi prima dell'ora di pranzo.
Non avevo nessuna esperienza di concerti, se non qualche nozione di seconda mano filtrata dalle mie amiche, che il loro primo live l'avevano già visto. Ricordo ancora come se fosse ora di essere arrivato prestissimo e che di fronte al cancello d'entrata c'era già un piccolo sparuto gruppetto in attesa di entrare, molte ore dopo. Con me c'era Flavia, amica del periodo che come me adorava la Gianna. Fatto un timido giro di perlustrazione facemmo la conoscenza di una ragazza più grande di noi, Paola, con cui restammo a chiacchierare per tutta la durata della (lunghissima) attesa precedente l'apertura dei cancelli. Feci anche la fugace conoscenza delle agguerrite fan di chiara fede saffica che avrei incontrato ad ogni singolo concerto futuro della Gianna a cui avrei assistito; e, come vedremo, sarebbero stati un discreto numero.
Seduto in fila con le mie compagne d'avventura dovemmo aspettare qualcosa come 7/8 ore prima di poter entrare. Mi stupirono la calca e le urla prima della corsa e del traguardo finale, l'unico possibile: la prima fila.
Un altro paio di concitate ore dovettero passare prima che la folla della platea si alzasse di colpo, senza preavviso. La visuale dalla transenna per un adolescente non certo basso e smilzo come me era una scoperta nella scoperta: guardavo il palco illuminato dai fari del palazzetto su cui si agitavano indaffarati roadies, presissimi nel rifinire il lavoro di sound-check fatto nel pomeriggio e che, come una eco lontana, dalla fila fuori avevamo aguzzato le orecchie per sentire, ognuno a cercare di indovinare la canzone per primo.
Gli strumenti ancora silenziosi, le luci spente se non per qualche lampo di prova. Mi trovavo finalmente lì e per la prima volta, non ero del tutto sicuro che tutto ciò mi piacesse: tutta quella gente ammassata e adorante proprio come lo ero io mi metteva a disagio e mi infastidiva. Quello che, nonostante le mie continue dichiarazioni pubbliche d'amore, era stato un evento privato, una emozione che solo io conoscevo, diventava all'improvviso pubblico, di migliaia di persone che esattamente come me, erano lì per gli stessi miei motivi e gli stessi miei slanci. Era quasi insopportabile. Nel mio intimo credevo di essere il più sincero fan di Gianna Nannini, il solo che ascoltando e studiando i suoi testi fino allo sfinimento, ne avesse carpito emozioni e sfaccettature caratteriali. Invece no: ero uno dei migliaia. Il migliore, ma comunque uno in un mare di 10.000 persone circa.
Tormentato da questa presa di coscienza e dai primi moti d'odio per la fan lesbiche della Gianna, venni sorpreso, da un momento all'altro, dal buio improvviso. Io cominciai ad urlare e il mio urlo si perdeva in un boato mai sentito prima. Nell'oscurità la pressione da tutti i lati cominciò a farsi importante: dietro 5/6000 persone spingevano verso il palco (ovvero, tra gli altri, verso di me).
Nella foga del momento di uscita sul palco di Gianna Nannini sulle notte della insopportabile 'Hey Bionda' (con il batterista di allora che le suonava le tette di metallo del giubbotto di pelle...), mi impressi un pollice unto su di una lente degli occhiali da vista, che allora portavo: ne segui un concitato tentativo di pulirli con la t-shirt che indossavo, peccato che la pressione della folla mi tenesse irreversibilmente schiacciato alla transenna. Comunque ce la feci e il mio primo concerto ebbe inizio.
Cosa ricordo? Poco. Per assurdo ho fotografie più nitide del 'prima' che del 'durante'. Scorrendo oggi la scaletta su Wikipedia la trovo abbastanza insulsa, poco incline a ripescare dai dischi del passato. Da sottolineare solo la presenza di 'Kolossal' e 'Sognami', pezzi che amo oggi come allora.
Lo spettacolo trascorse veloce. Io urlai ogni singola parola delle canzoni, tanto che per alcuni giorni rimasi competamente afono. Come da allora in poi ebbi modo di constatare ad ogni suo concerto, Gianna sul palco trova la sua dimensione ideale: è un folletto impazzito e scoordinato, che trasmette una energia fortissima.
Dopo due ora di estasi, urla, emozioni attese da anni e di canzoni urlate al palco, mi ritrovai nel buio del parcheggio di Lampugnano, sudato e ancora fremente. Il mio primo concerto era finito e iniziava quella che ancora oggi è la mia più grande passione: la musica dal vivo.

E voi? Ricordi del vostro primo concerto?


Visto con: Flavia P. / Paola P.

Scaletta: Hey bionda / Kolossal / Cuore zingaro / Profumo / Un ragazzo come te / Voglio fare l'amore / Come una schiava / Sognami / Luci rosse / Avventuriera / Donne in amore / Luna dell'Est / Aiuto / Time lover / Fotoromanza / Ragazzo dell'Europa / America / Revolution / I Maschi / Bello e impossibile

8 commenti:

  1. Io, la Gianna nazionale, la vidi per la prima volta un po' per caso. Arrivai a Merano in autostop, quando ancora si faceva: il primo passaggio un camionista (credo), il secondo una sferragliante Renault 5 con due ragazzi che andavano a raccogliere mele, poi non ricordo. Assieme alla mitica Rapozzi, lei non me ne voglia, stavo andando a trovare un'amica meranese, che ci venne a prelevare con la 500 decapottata della madre, naturista e fissata igienista. Mi azzardai a fumarci dentro un paio di Marlboro rosse, non sapendo che il giorno dopo, a colazione, la Mutter mi avrebbe sonoramente "pettinato", in perfetto stile Rottermeier. Quella sera mi ritrovai in una piazzetta di Merano, seduto su una transenna, con un boccale di birra in mano. Poca gente, e quella poca anche abbastanza distratta. Non credo sia stato il mio primo concerto, ma non importa. Ascoltai quella voce graffiante, quasi strappata e ne rimasi affascinato. Non sono mai stato un "animale da concerto", ma Gianna tornai a vederla molti anni più tardi, in una location davvero unica. Quella volta, a Merano, correva l'anno 1985.

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  2. cavoli... il mio primo concerto...
    diamo due coordinate: Rosà, 1983 forse, Francesco Guccini quando ancora cantava con la fiaschetta di lambrusco appoggiata vicino all'asta del microfono...
    ricordo solo una corsa a fari spenti in Valsugana per vedere se ci ricordavamo la strada, sembra una citazione ma è la verità, con la Lancia Fulvia GT bianca di papà, che non l'ha mai saputo ovviamente, e un fratello che mi traghettava nelle sue scoperte.
    Poi è passato un pò di tempo prima che riprendessi con i concerti e sono contenta di fare parte di qualche data del tuo tour!!! :)

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  3. Il primo concerto è un ricordo indelebile, con lo strascico di ribellione, libertà e condivisione che si porta dietro.
    Sara, dovrai aspettare un po' ma devo dire che i concerti che abbiamo visto assieme sono stati epici! ;)

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  4. C'ho pensato un po' se scrivere o meno il mio primo concerto (s'intende quello da sola, senza genitori). E' tutta colpa del suo nome, poi capirai il perchè. Non so se l'aver costretto a 8 anni mia madre a comprarmi(ci) i biglietti per Cristina D'Avena può valere, personalmente ho deciso di no. Ho fatto un salto temporale di 6 anni e sono passata ai miei 14. Esattamente al 7 giugno 1997 (le date di certi eventi, come tu sai, si ricordano bene). Era un festival, il Teste vuote ossa rotte. Non ridere. Cosa ci posso fare se lo chiamavano così? Me ne vergogno anche io.
    Però suonavano i gruppi che amavo (e un po' amo ancora). I NOFX, i Rancid, i Primus, i Punkreas e so on. Sono partita da Cusano Milanino coi miei più grandi amici, abbiamo preso il treno, siamo arrivati in Cadorna e per ultimo la metro per il Forum d'Assago. Era all'aperto. Un caldo bestiale, afosissimo, milanesissimo. Una fila ancora più bestiale. Creste e A di anarchia ovunque. E io mi innamoravo al secondo. C'è una precisazione da fare. Una precisazione un po' tenera e un po' poco punk: inodssavo una maglietta bianca di Giorgio Armani che attirava sguardi minacciosi di veri badass (sempre quelli di cui mi innamoravo). Vabbè.
    Eravamo davanti al palco ansiosi di vedre/sentire Fat Mike (il cantante dei nofx) cantare Don't call me white. Lui è uscito e tra rutti e "fuck you Milano" è partita la chitarra che ha dato il via al mio primo POGO. Una paura incredibile. Ho perso i miei amici, sono stata calpestata da diversi Doctor Martens e All Star finchè ho incomiciato a capire come funzionava e a divertirmi. Fortunatamente, alla fine della serata la mia maglietta fighetta era abbastanza sporca da nascondere quel maledetto Giorgio Armani e io ero felice.
    Ultima nota poco punk della mia prima giornata punk: fuori dai cancelli c'era il Signor Privitera (mio padre) che ci apsettava per riportarci a casa.

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  5. Greta, sei una maestra!!! Vero o no che il primo concerto per noi che amiamo la musica è un qualcosa di totalmente indelebile? Ti voglio G-Rasta 4ever! Love, A.

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  6. CHE SCALETTA FANTASTICA... IO NON L'HO VISTO QUEL CONCERTO, MA NE VORREI TANTO UN DVD !!

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  7. ah il mio primo concerto! cambia l'interprete ma non l'età e neppure l'atteggiamento. Dicembre 1991 camminando nel centro di Genova rimango folgorato di fronte ad un cartellone....IRON MAIDEN (che stavano per perdere Bruce alla voce) in concerto nel maggio 1992! a Genova!! Biglietto comprato subito, arrivo dai cancelli appena dopo pranzo, attesa infinita di almeno 5 ore, ingresso, corsa, curiosità per il gruppo di supporto (gli "Almighty") e poi finalmente loro! Pogo pazzesco, casino, urla, io ed il mio amico che riusciamo ad arrivare in transenna...ricordi meravigliosi!
    Oggi alla soglia dei 40 mi ritrovo a centellinare i concerti e a scegliere le soluzioni più comode (per dire il 7/7/17 sarò a Parigi per i Guns...ma con il bel posto sugli spalti)...il corpo invecchia..la passione no!

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    1. Grazie per la testimonianza! Hai ragione, gli anni passano ma le passioni crescono per chi come noi ama la musica e i concerti!

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